Ultima modifica: 19 Dicembre 2024
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Caro amico ti scrivo

Il primo giorno di scuola, come ogni anno, ci attendevano delle novità: nuove aule, nuovo piano, nuovi banchi, alcuni nuovi insegnanti… e un oggetto rosso fiammante che ha attirato la nostra curiosità. Sopra c’era scritto “POSTA”: era una buca delle lettere… È cominciato così!

Ciascuno di noi ha ricevuto una lettera personale dalle maestre, che ci auguravano buon anno scolastico e ricordavano il tempo trascorso insieme dalla prima.

Abbiamo cominciato a parlare di “LETTERE” di quello che sapevamo o che avevamo sentito raccontare. Per noi le lettere erano solo le bollette, le multe o le comunicazioni della banca che ricevono i genitori, non abbiamo mai pensato alla lettera come corrispondenza fra le persone. E invece  abbiamo scoperto che c’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui la lettera era un modo per sentirsi vicino a parenti e amici, per raccontare esperienze di vita vissuta, emozioni stati d’animo e anche per parlare di sentimenti.

Le domande sono state tante: “Davvero vi scrivevate?”. “E poi aspettavate la risposta?” ”Quanti giorni passavano?” “Incollavate un francobollo?” ”C’era la carta da lettere colorata?!”.

Sembra strano, ma nell’era di internet, in cui tutto è subito (con WA, SMS e E-MAIL), la cosa ci ha affascinati. E le informazioni che abbiamo ricavato sono state davvero tante.

Le prime lettere furono scritte dai Sumeri intorno al 3000 a.C. ; erano tavolette di argilla che una volta scritte con un bastoncino, venivano essiccate al Sole e poi ricoperte con un secondo strato di argilla su cui veniva impresso l’indirizzo. Successivamente si arrivò ad usare il papiro, poi la pergamena e infine la carta. Si cominciò ad utilizzare la busta solo alla fine del 1600, per non sporcare la lettera. Poco per volta si arrivò anche ad avere buste di varie dimensioni e fogli per lettere decorate o personalizzate. All’ inizio la posta “viaggiava” sui cavalli, poi sui carri, dopo sulle carrozze; col tempo ha cominciato ad essere caricata sui treni e poi sugli aerei, per raggiungere velocemente posti anche molto lontani.

Le maestre ci hanno raccontato di quando aspettavano con emozione la risposta alle loro lettere dagli amici e amiche “di penna” (si chiamavano così). Alcuni di noi hanno ricordato che il bisnonni durante la guerra scrivevano spesso alla famiglia per dare loro notizie dal fronte. Era tutto molto interessante; le lettere avevano un potere magico perché nelle parole scritte si metteva il cuore, trasmettevano l’affetto, l’amore e le emozioni.

E così, quando ci é stato detto che quella Buca poteva “funzionare” come una vera per spedirci lettere tra noi, ne siamo rimasti entusiasti ed é cominciata la nostra corrispondenza. Ogni volta che abbiamo qualcosa di bello da dirci, ci scriviamo e imbuchiamo la nostra lettera; una volta alla settimana apriamo la Buca di classe e i “Postini incaricati” procedono alla consegna. Alcune lettere sono indirizzate a qualcuno della classe, alcune ai compagni delle altre quinte o alle maestre, ma è anche capitato di recapitarle a bambini di classi diverse. E’ una cosa che ci coinvolge molto; certo faremmo prima a parlarci, ma il desiderio di scrivere e il gusto dell’ attesa rendono la nostra esperienza di corrispondenza molto interessante.

Leggere delle belle parole scritte apposta per noi ci fa piacere e sicuramente rinforza anche i nostri legami. E allora non siete curiosi? C’è posta per voi?

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